È largamente dimostrato che regimi alimentari troppo rigidi e di conseguenza poveri di vitamine, nel adulto provocano danni a l’organismo; in maniera più rapida e con effetti più gravi nei bambini. A lanciare l’allarme è il Prof. A. Vania della pediatria dell’Università la Sapienza di Roma e Responsabile del centro di dietologia e nutrizione pediatrica della stessa Università. Nel adulto prima che si manifestino danni visibili, con conseguenze sulla salute, possono passare diversi anni, spesso asintomatici e silenti; negli organismi in crescita, feto ed età pediatrica, le carenze tendono a dare effetti negativi sulla salute in tempi più rapidi ed in modo più grave. È il caso della carenza di Vitamina B12 (cobalamina); contenuta in quantità e qualità maggiore negli alimenti di origine animale, che danneggia in brevissimo tempo lo sviluppo psicomotorio del bambino. L’organismo umano non possiede la capacità di formare riserve di cobalamina, essendo questa vitamina idrosolubile, in compenso l’adulto riesce ad utilizzarla in modo efficiente e parsimonioso; per cui i danni da carenza si manifestano dopo circa 7 anni; il sintomo più comune è l’anemia. Nel bambino piccolo, la B12 è indispensabile per lo sviluppo neurologico; non deve assolutamente mancare in quelli che sono denominati I primi mille giorni. Ogni momento di tale periodo è talmente critico, che se si manifesta una carenza di tale vitamina, i danni da essa causati sono difficilmente rimediabili. Questi possono interessare lo sviluppo neuro-cognitivo e quello psicomotorio dei bambini, manifestandosi con patologie neurologiche permanenti, confermate dai più recenti studi. La dieta migliore resta quindi quella mediterranea, perché è il miglior esempio di dieta adeguata ai fabbisogni dell’alimentazione umana e sostenibile dal punto di vista ambientale. La dieta mediterranea vera (non quella che segue la maggior parte di noi, spostata verso l’eccesso proteico) prevede piccole quantità di proteine animali, non previste quotidianamente, ma comunque presenti attraverso l’introduzione di tutti i tipi di cereali, verdure e frutta. E ‘un regime alimentare che non solo può essere seguito da chiunque, ma probabilmente è tra i migliori al mondo. D’altronde se la dieta mediterranea è stata inserita nel patrimonio immateriale dell’umanità una ragione ci sarà.

articolo a cura del dr Giampaolo Bellini DIETISTA
Iscritto all’Ordine dei Dietisti di Ferrara n°44

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