I primi antenati della nostra specie comparvero nella Rift Valley in Africa. Erano molto simili alle scimmie ed il primo passaggio evolutivo fu quello di ergersi sulle zampe posteriori per vedere più da lontano. Questo primo piccolo passo servì anche a lasciare libere le zampe anteriori che quindi cominciarono ad essere usate per altri scopi. In seguito si modificarono via via, il cervello, gli arti inferiori (sempre più simili a piedi), le mani, la vista, le mandibole ecc., e questi ominidi iniziarono a vivere in piccoli gruppi sviluppando progressivamente forme di comunicazione. Nel percorso evolutivo durato milioni di anni le teorie più accreditate parlano di forse 5 tipi di predecessori (tutto questo da reperti archeologici). Dal primo Australopiteco di circa 3 milioni e mezzo di anni fa al homo sapiens sapiens di circa 50.000 anni fa (passando per homo habilis, homo erectus, homo neanderthaleusis). 

Indipendentemente da come siamo oggi, gli effetti biochimici del cibo sul nostro organismo sono gli stessi da 40 milioni di anni.

Negli ultimi 50.000 anni il migliorare del processo evolutivo, ed il migliore approccio alla vita ha migliorato nettamente la qualità e durata della vita media. Possiamo vedere qui di seguito come questo fattore si sia modificato nel corso di questo periodo.

Tutti i mammiferi, compreso l’uomo, reagiscono allo stesso modo al cibo.
Queste reazioni si sono conservate geneticamente lungo l’evoluzione della specie e non cambieranno certo nel prossimo futuro.

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