La composizione del microbiota intestinale (insieme di microrganismi simbionti che abitano l’intestino umano) può aiutare a predire il rischio di obesità infantile.
A indicarlo uno studio pubblicato su Communications Biology.

I risultati della ricerca hanno mostrato come all’interno del complesso mosaico di fattori che portano all’obesità ci siano specifiche configurazioni del microbiota che possono favorirne lo sviluppo. Conoscerle può quindi permettere di definire regimi alimentari utili a combattere l’eccessivo aumento di peso nei bambini.

Che il microbiota intestinale abbia un ruolo rilevante per la salute dell’uomo è ormai certificato da numerosi studi scientifici.
Molte ricerche, in particolare, hanno messo in luce come il complesso sistema di microrganismi che abita l’intestino sia un mediatore chiave per regolare l’impatto delle abitudini alimentari sul metabolismo e in generale sul nostro stato immunologico.
Per questo, si ritiene che il microbiota sia anche capace di influenzare la predisposizione a sviluppare disordini di diversa natura, inclusi quelli associati a una cattiva alimentazione.

Molte domande restano però ancora senza risposta, soprattutto quelle legate al possibile ruolo predittivo del microbiota rispetto all’insorgenza e alla progressione delle malattie.
I ricercatori dell’Università di Bologna si è concentrato in particolare sul tema dell’obesità infantile.

Nell’ambito del Progetto europeo MyNewGut è stata analizzata la composizione del microbiota di 70 bambini in due diversi momenti: all’inizio dello studio, quando tutti avevano un peso normale, e a distanza di quattro anni, quando 36 di loro avevano acquisito un peso eccessivo.

Confrontando i dati raccolti insieme alle informazioni sulle abitudini alimentari e ad altri parametri antropometrici, biochimici e immunologici, i ricercatori hanno messo a punto un quadro che indica un possibile ruolo del microbiota nel processo di sviluppo dell’obesità.

E’ stato riscontrato che i bambini che hanno acquisito peso eccessivo mangiando cibo con alto contenuto di grassi e carboidrati possiedono anche un alto grado di infiammazione sistemica e un profilo alterato di microbiota intestinale, con un basso livello di biodiversità.

Specifiche abitudini alimentari possono agire sulla configurazione del microbiota e di conseguenza anche su parametri metabolici e infiammatori.
In alcuni casi queste combinazioni di dieta, infiammazione e microbiota erano già presenti prima dello sviluppo dell’obesità, il che suggerisce una sorta di potenziale predittivo dell’asse microbiota-dieta-ospite.

La specifica configurazione del microbiota, quindi, insieme ai dati sulle abitudini alimentari, può essere utilizzata per fornire indicazioni sul pericolo di sviluppare forme di obesità nei bambini.

Tenere sotto controllo questo sistema intrecciato di elementi diventa importante per garantire la salute dei bambini.
Lo studio del microbiota potrebbe quindi diventare la chiave per mettere a punto raccomandazioni alimentari su misura, evitando così il rischio di eccessivi aumenti di peso.

Fonte: Università di Bologna, 2019

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