Sindrome di Ehlers-Danlos, malattia del collagene: la forma vascolare associata ad alto rischio di aneurisma dell’aorta
Il collagene è il componente principale delle strutture di sostegno e del tessuto connettivo: fornisce elasticità e forza sia ad organi che a tessuti dei quali garantisce la riparazione. Ne esistono 7 tipi di cui il tipo 1 è il più diffuso.
Nella
sindrome di Ehlers-Danlos, una condizione relativamente rara (interessa tra 1 e
5 soggetti ogni 10mila nati vivi, quindi tra 50 e 250 nuovi casi l’anno),
alcune forme di collagene si presentano difettose e quindi lo diventa anche
l’impalcatura elastica e stabile per tutto l’organismo.
I pazienti affetti da sindrome di Ehlers-Danlos
presentano eccessiva flessibilità delle articolazioni, che permette movimenti
altrimenti impossibile per i soggetti sani, ma che espone al rischio costante
di lussazioni anche gravi a carico di spalle, anche, falangi, mandibola.
Questi pazienti soffrono anche di debolezza e ipotonia dei muscoli che determina fatica e dolori diffusi, e una importante riduzione della qualità di vita.
La pelle, invece, è spesso fragile, iperestensibile e forma lividi anche con traumi lievi a causa della fragilità estrema dei capillari.
La forma vascolare, più rara, è responsabile di una fragilità dei vasi con effetti diretti su circolazione e cuore e un aumento del rischio di aneurisma dell’aorta, con un aumentato pericolo di mortalità precoce.
Non esiste un trattamento risolutivo: la terapia è solo sintomatica ( antinfiammatori, antidolorifici, fisioterapia ) e questo influenza, insieme ai sintomi, una qualità di vita che risulta compromessa e limitata anche a causa della presenza di dolore.
Nonostante la malattia sia stata descritta più di un secolo fa solo recentemente è emersa la evidenza scientifica che possano essere le ossa a pagare il prezzo più alto: uno studio italiano pubblicato su Bone ha riscontrato una alta prevalenza di fratture vertebrali morfometriche presenti in più di un terzo dei pazienti.
Non sono state ancora studiate terapie mirate in grado di limitare gli effetti detrimentali del danno osseo in questa malattia.
In assenza di
linee guida condivise a livello internazionale è comunque opportuno agire a
livello preventivo con supplementazioni adeguate con vitamina D qualora i
pazienti ne siano carenti.
Le anomalie del tessuto connettivo dipendono da
difetti a carico di differenti proteine che partecipano alla costituzione delle
fibre di collagene.
Varie sono le modalità di trasmissione: autosomica dominante, autosomica recessiva, recessiva legata all’X; la mutazione responsabile della sindrome può essere ereditata dai genitori oppure comparire de novo in un individuo (forma sporadica).
Nei casi di tipo classico, ad esempio, la trasmissione è generalmente autosomica dominante (è sufficiente una sola copia alterata del gene coinvolto per manifestare la malattia).
Circa il 50% degli individui affetti da sindrome di Ehlers-Danlos di
tipo classico mostra una mutazione a carico dei geni COL5A1 oppure COL5A2,
codificanti per il collagene di tipo V.
Fonte:
Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, 2018
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